Com’era ieri, com’è oggi. Il materasso dai primi giacigli al memory foam
Il materasso. Fin dai tempi più antichi, il materasso ha sempre svolto un ruolo importantissimo per la sopravvivenza dell’uomo. Il buon sonno ristoratore, infatti, permetteva all’uomo – e permette tuttora – di recuperare le energie necessarie ad affrontare la giornata. Per questa ragione era molto importante fabbricare giacigli comodi, in grado di trattenere il calore corporeo d’inverno e lasciarlo traspirare durante la stagione calda. Con il passare dei secoli e il conseguente arricchimento culturale, la figura del letto si è legata sempre più indissolubilmente ai concetti di “design” e “tecnologia”. Se nell’Età della Pietra il sonno non era che un intervallo tra il tramonto e l’alba, nell’edonistica società contemporanea si è appreso il vero e proprio piacere di dormire.
Il termine “materasso deriva dall’arabo “matrah” e significa “gettarsi, posarsi su”
Tremila anni prima della nascita di Cristo, i materassi erano fatti di foglie secche o paglia avvolte nella pelle animale. Questi giacigli primitivi venivano sollevati da terra con apposite strutture in legno, per evitare che l’umidità disturbasse il sonno. Per molti millenni il mondo della natura rimase protagonista dell’imbottitura del materasso, in base ai beni che le diverse terre offrivano. Se nella Persia, l’attuale Iran, si prediligevano le pelli di capra, gli egiziani intrecciavano invece rami di palma per fabbricare posti letto multistrato.
Si stima che, nell’Antica Roma del 200 a.C., solo le famiglie più facoltose potessero permettersi un materasso fatto di piume di uccelli. Questo dualismo tra la qualità del sonno di ricchi e poveri continuò, incessantemente, per parecchi secoli. Solo gli ambienti religiosi seguivano le loro particolari regole. Negli ambienti monastici ed ascetici del cristianesimo esisteva la Kameonia, la rinuncia al letto, che seguiva il principio «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo» (Mt 8, 20; Lc 9, 58).
Per secoli il materasso rimane prevalentemente riempito di cotone, crine o lana. Fino a quando, nel Settecento, le fodere iniziano ad essere rafforzate con lino o cotone.
La figura predominante di questo periodo storico è quella del materassaio, il creatore di materassi, che lavora sapientemente le materie prime per imbottire i suoi lavori. Quella della riempitura è una fase delicata: dopo la cardatura e il recupero della lana, la cui varietà più pregiata arrivava dell’inghilterra, si strappava un angolo della fodera (la bocca) per iniziare l’insaccamento, fino all’angolo opposto.
La vera rivoluzione si avrà nel 1871 quando Heinrich Westphal inventa il materasso a molle, particolarmente adatto per persone sovrappeso e con problemi di traspirazione. Due anni dopo il medico personale del principe di Galles, Sir James Paget, presenta al mondo un materasso pieno d’acqua per trattare i degenti affetti da piaghe da decupito. Nella prima metà del 900 vengono realizzati il primo materasso in lattice di gomma – da John Boyd Dunlop, fondatore dell’omonima società di pneumatici – e il poliuretano, un polimero che il chimico Otto Buyer utilizzerà per i materassi in schiuma sintetica. Nella seconda metà del secolo C. Kubokawa e Charles A. sviluppano, per conto della NASA, una schiuma a lento ritorno elastico derivante dal poliuretano, chiamata Memory Foam.
Oggi la tecnologia permette di mischiare i benefici dei progressi scientifici con il design. C’è il sonno ristoratore, profondo, che al mattino dona una carica di energia in più. C’è la siesta pomeridiana per riposare il corpo e la mente, ma c’è anche il sonno chiarificatore, che aiuta a prendere decisioni. E il materasso si adegua.
Photo credits by: http://curiosando708090.altervista.org/mestieri-del-passato-il-materassaio/